Se si parla di foreste, si pensa subito alla terraferma; se si dice restauro viene in mente un’opera d’arte. Potrà sembrare strano ma le foreste esistono anche sott’acqua! E in molti casi si tratta di habitat importanti e spesso minacciati che necessitano di essere “restaurati”, cioè ripristinati laddove scomparsi o danneggiati.
Le foreste marine di alghe brune, in particolare di Cystoseira, sono tra gli habitat più preziosi e sottovalutati del Mar Mediterraneo. Ricoprono un ruolo essenziale per la biodiversità marina, dando rifugio e nutrimento a moltissime specie.
Tuttavia, le foreste marine stanno rapidamente scomparendo a causa dell’impatto umano e della crisi climatica. La perdita di Cystoseira porta con sé il declino di servizi ecosistemici fondamentali, ad esempio riduce la capacità dell’oceano di sequestrare anidride carbonica dall’atmosfera. Le foreste marine assorbono una quantità immensa delle emissioni in eccesso e producono, assieme alle altre alghe marine, la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo.
Secondo la Direttiva Habitat dell’Unione Europea (92/43/EEC), tutte le alghe del genere Cystoseira sono classificate come habitat di interesse comunitario e diverse specie sono strettamente protette dall’Appendice I della Convenzione di Berna (Consiglio europeo 1979).
Queste misure di protezione purtroppo si sono rivelate finora spesso non sufficienti. Le zone in cui la Cystoseira è scomparsa si impoveriscono sempre di più. La mancanza di organismi adulti che generino nuovi individui e la limitata capacità della specie di riprodursi per dispersione ostacolano la naturale ricolonizzazione delle aree degradate. Per ripopolare Cystoseira sono necessarie misure più efficaci di conservazione che prevedano un diretto intervento umano.
Il progetto Reeforest (LIFE21-NAT-IT-101074309), co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE capitalizza i risultati positivi ottenuti nel contesto di un precedente progetto LIFE (ROC-POP), ambisce a migliorare le misure di conservazione e le tecniche di restauro di aree una volta popolate da Cystoseira, con la realizzazione di tecniche e protocolli che possano essere poi diffusi ed applicati in tutto il Mar Mediterraneo.
Anche l’Area Marina Protetta Isola di Bergeggi è partner di questo importante progetto e grazie all’esperienza e alle competenze scientifiche dei ricercatori del “Laboratorio di Ecologia del benthos” del DISTAV (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova, le “foreste” di Cystoseira presenti lungo le scogliere dell’isola e della costa di Bergeggi sono state mappate e studiate, verificandone il loro stato di salute e le eventuali necessità di ripristino.
Valentina Asnaghi, ecologa dell’Università di Genova, ci spiega quali sono le fasi del progetto. “Una volta identificato il sito che necessita un intervento di ripristino, per prima cosa si individua un sito donatore il più possibile prossimo allo stesso – nel caso dell’AMP di Bergeggi è stata scelta la zona di Punta del Maiolo – con un popolamento algale in ottima salute, dal quale poter raccogliere gli apici fertili.
La seconda fase procede in laboratorio, “seminando” e coltivando le giovani alghe su appositi dischetti di argilla. Quando le alghe hanno aderito bene ai substrati e raggiunto una taglia adeguata vengono trasferite in mare, fissando direttamente i dischetti alle scogliere con l’utilizzo di viti in acciaio inossidabile, senza ricorrere all’uso di resine o altre sostanze potenzialmente inquinanti.
L’ultima fase, non meno importante e delicata delle precedenti, è quella del monitoraggio che permetterà di misurare il successo degli interventi di restauro, sia in termini di copertura e salute delle “foreste” algali lungo il tratto di costa di interesse che attraverso il ripristino dei servizi ecosistemici associati”.
Il progetto Reeforest, avviato nell’autunno del 2022, proseguirà sino all’estate del 2026. Per l’AMP Isola di Bergeggi, l’obiettivo è di restaurare circa 400 m di costa e per farlo sarà necessario l’utilizzo ed il fissaggio di 1500 dischetti di argilla.
Come i cittadini ed i fruitori dell’AMP possono aiutare e contribuire al successo del progetto? Semplice!
Se tra gli scogli si vedono degli strani dischetti di argilla, non calpestiamoli e non danneggiamoli, sono i supporti sui quali viene fatta crescere la “nostra” Cystoseira e senza i quali gli obiettivi del progetto non potranno essere raggiunti.
Il progetto LIFE Reeforest (LIFE21-NAT-IT-101074309), co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE, ha come capofila l’Università di Trieste, coinvolge quattro Aree Marine Protette e Parchi Naturali in Liguria (Bergeggi), in Sardegna (penisola Sinis), in Campania (Cilento) e in Grecia (Isola di Gyaros) e vede il supporto scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA), dell’Università di Genova, Università di Napoli Parthenope, Hellenic Center for Marine Research e della cooperativa Shoreline.